Sulla base dei dati pubblicati da Eurostat, si è potuto analizzare come, sul confronto con altri paesi dell’Ue, l’Italia sia l’unico membro dell’Unione dove nello scorso anno si è registrata un’ulteriore flessione dei valori delle abitazioni.
La flessione dei prezzi delle case nell’Unione è iniziata nel 2009 dopo una serie di aumenti generalizzati. Una flessione del 4,4%, seguita da due anni (2010 e 2011) caratterizzati da una tendenziale stabilità. I prezzi ritornano a salire nel 2014 (+1,6%) e 2015 (+2,7%). Mentre negli ultimi due anni in Europa l’aumento si è aggirato intorno al 4%.
Secondo l’Eurostat, la parabola discendente dei prezzi delle case in Italia inizia nel 2012 quando si registra un -2,5%, seguito da -6,5 (2013), -4.7 (2014), -3,8 (2015), 0,0 (2016) e -0,8% (2017). L’ultimo anno il nostro Paese registra l’unico segno negativo nel panorama europeo. Variazioni positive nel resto dei Paesi membri, guidati da Islanda (+19,5%), Repubblica Ceca (11,7%), Irlanda (10,9%) e Portogallo (9,2%).
I prezzi delle case nel I trimestre 2018
I primi dati relativi al 2018, ovvero quelli del I trimestre, sembrano confermare questo trend. Nella zona euro i valori nella prima parte dell’anno sono cresciuti del 4,7% nell’Ue del 4,5% nella zona euro rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. In comparazione al quarto periodo dello scorso ano, il prezzo delle case è cresciuto dello 0,6% nell’euro zona e dello 0,7% nell’Unione.
Maggiore incremento in termini annuali si registra in Lituania (+13,7%), Slovenia (+13,4%), Irlanda (+12,3%) e Portogallo (+12,2%), mentre i valori diminuiscono in Svezia e Italia (entrambe -0,4%) e in misura minore in Finlandia (-0,1%).
L’Eurostat conferma i dati dell’Istituto nazionale di statistica che ha registrato un calo dello 0,4% nei confronti dello stesso periodo del 2017.