Se non è un ultimatum, quello lanciato al Governo da Piero Fassino, presidente Anci e sindaco di Torino, poco ci manca: se entro domenica 22 settembre non verrà rimborsato ai municipi il gettito legato alla mancata prima rata Imu «al 30 settembre molti Comuni non saranno in grado di pagare gli stipendi del mese ai dipendenti perché molti di loro non hanno liquidità».
Si tratta di circa 2,4 miliardi di euro relativi alla prima rata dell’imposta sugli immobili, promessi in questi giorni ma non ancora trasferiti, che Fassino ha reclamato nel corso di un’audizione davanti alla Commissione Bilancio della Camera sul decreto legge Imu. Bisogna fare in fretta, ha spiegato perché «non facciamo le buste paga con il lapis il 29 settembre, ci sono procedure che richiedono tempi precisi». Se la prima rata non arriva «entro domenica, visto che lunedì è già il 22 settembre» i cedolini di migliaia di dipendeti comunali sono a rischio.
Nel suo intervento, il presidente Anci ha ricordato lo sforzo degli Enti locali per il risanamento dei conti pubblici, pari a 16 miliardi di euro tra il 2007 al 2014, «di cui 4,5 miliardi per contributo dei Comuni al patto di stabilità».
20 settembre 2013
(articolo letto su “il Sole 24 Ore”)